Siamo fieri di riportare l'intervista che il settimanale nazionale Panorama ha fatto al nostro titolare Valentino Pavan; si parla privacy e del diritto alla cancellazione, comunemente conosciuto come "diritto all'oblio", sancito dal Regolamento Europeo 2016/679 a tutela degli interessati.
Internet e privacy: come esercitare il diritto all’oblio
Nonostante sia entrato in vigore nel 2018, il regolamento europeo GDPR in materia di trattamento dei dati personali e di privacy contiene delle novità che tuttora molte imprese ed enti pubblici sono impreparati ad accogliere. Una delle più importanti è senza dubbio il diritto alla cancellazione, comunemente conosciuto come diritto all’oblio. «Si tratta del diritto fondamentale di ognuno di noi di chiedere la cancellazione dei propri dati dal web o da qualsiasi archivio digitale o cartaceo, ed è probabilmente il più difficile da ottenere tra quelli previsti dal regolamento Europeo», spiega Valentino Pavan, titolare di Proattiva, azienda trevigiana che si occupa di protezione dei dati e sicurezza informatica.
«Questo diritto ha sollevato un importante dibattito già molto prima dell’approvazione del GDPR. Negli anni, infatti, si sono spesso presentati svariati casi in cui le persone chiedevano la cancellazione dei propri dati, come nel caso tipico di chi vedeva danneggiata la propria reputazione online a causa di notizie che rimanevano archiviate nei siti web dei giornali. Pensiamo ad esempio agli articoli riguardanti storie di accuse di reati penali verso individui, che alla fine risultavano non colpevoli. Ovviamente chiunque si trovi in una situazione del genere desidera che tale notizia scompaia e con essa tutti i riferimenti a sé stesso. Con l’avvento dei social network e di internet in generale, problemi come questo sono divenuti sempre più frequenti, infatti, basta cercare il nome di una persona su qualsiasi motore di ricerca per trovare innumerevoli dati, anche estremamente riservati, che lo riguardano. Il GDPR è intervenuto a far chiarezza sul tema, stabilendo che, su lecita richiesta di una persona – ad esempio dati non veritieri, non necessari, o semplicemente in caso di revoca del consenso a utilizzarli –, dovessero essere cancellati i suoi dati».
Malgrado quanto detto e come premesso l’esercizio del diritto all’oblio probabilmente è il più difficile da ottenere tra quelli previsti dal regolamento Europeo.
«Questo perché una volta che delle informazioni finiscono “nella rete” mantenere un controllo su di esse è quasi impossibile: bisogna diffidare da chi semplicisticamente offre rimedi per ripulire la propria reputazione digitale», conferma Valentino Pavan. «Quello che si può fare è rendere meno facile il reperimento online di determinate informazioni, attraverso un lavoro meticoloso di identificazione e di rimozione dei link lesivi, qualora la legge lo permetta. Proattiva mette a disposizione la propria professionalità e le proprie competenze in materia informatica e normativa per questo tipo di attività: proprio grazie al GDPR, alla richiesta di cancellazione di determinati dati, chi li tratta ha, per legge, il dovere di eliminarli e allo stesso tempo ha l’obbligo di trasmettere tale richiesta a tutti coloro che li utilizzano. Il diritto a essere “dimenticati” va comunque verificato e affrontato con particolare attenzione, perché non è sempre da considerarsi legittimo, come nel caso in cui si contrapponga all’interesse del singolo quello collettivo di mantenere disponibile un'informazione – ovviamente qualora sia corretta e veritiera –, che al momento della pubblicazione era di sicuro interesse pubblico».
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